L'UOMO SU MARTE, COME E QUANDO?

Iniziamo con delle considerazioni, tra gli anni 1957 e 1972 ci fu da parte degli USA e dell'ex Unione Sovietica una vera guerra per la conquista dello spazio, pretesto finalizzato più che altro ha imporre la forza di un paese rispetto all'altro considerando la guerra fredda in atto sul predominio degli armamenti. Iniziò l'ex URSS nel 1957 con il lancio del primo satellite "Sputnik 1" , Il suo segnale dallo spazio,  quel semplice 'bip' emesso dal satellite per 20 giorni consecutivi prese alla sprovvista gli Stati Uniti. Per l' U.r.s.s fu un orgoglio nazionale e per il mondo segnò l'inizio dell'era spaziale e segnò il primo punto a favore dell' U.r.s.s. Da li iniziarono i veri e propri programmi spaziali gli USA con i programmi Mercury e Apollo gli ex URSS con i programmi Sputnik, Vostok, Luna 1  2 e 3 e Sojuz. il 2 luglio 1969 ci fu il primo sbarco di astronauti sulla luna, tra il 1969 e il 1972 furono in tutto  12 gli astronauti americani del programma Apollo a mettere piede sul suolo lunare  con 6 missioni di allunaggio, l'ultima quella del 7 dicembre 1972 con la missione Apollo 17.

D'allora, sono passati ben 47 anni e l'uomo non solo non ha più messo piede sulla luna ma non  si è spinto oltre i 400 km dal suolo terrestre, (orbita terrestre bassa) distanza che coincide con l'orbita della stazione spaziale internazionale I.S.S. attiva dall'anno 2000.  Qualcuno sostiene che ritornare sulla luna non è essenziale, quello che dovevamo sapere è stato ampiamente realizzato, altri sostengono che c'è il problema dei brillamenti solari,  "le missioni Apollo ebbero la fortuna di evitare brillamenti solari casuali per via della breve durata delle missioni", altri con ipotesi che considero del tutto infondate, sostengono a gran voce che l'uomo non ha mai messo piede sulla luna e che tutto fa parte di un bel set cinematografico, allestito e realizzato alla perfezione dalla NASA ....... Tutto ciò potrebbe far ritenere che la tecnologia non ha più fatto passi da gigante e che quello che accadde con le missioni Apollo fù l'apice oltre al quale l'uomo non è più riuscito a spingersi, pensiero che NON condivido. Partiamo dal presupposto che è ormai certo che nel nostro sistema solare non c'è vita oltre alla nostra e che non ci sono pianeti abitabili e quindi perchè mandare l'uomo su altri pianeti per esempio Marte? unico pianeta che in minima parte potrebbe essere raggiunto con tante difficoltà e comunque anch'esso non abitabile? allora mi viene da pensare che l'uomo ha spostato i suoi interessi su obbiettivi e tecnologie diverse ciò è dimostrato dalle numerose missioni satellitari e robotiche inviate su pianeti, comete e asteroidi, in sostanza  quello che può raccogliere, osservare e analizzare un uomo può essere fatto da una sonda e con un programma molto meno costoso, senza rischi e, in alcuni contesti, anche più efficace.  

Fatta questa premessa molto personale, ritorniamo al titolo della pagina, " L'UOMO SU MARTE COME E QUANDO?"

perchè andare su Marte?    Comprendere come si sta evolvendo il Pianeta Rosso ci permetterà di capire come si è evoluta la Terra e  di conseguenza capire anche come la Terra sia passata da una palla di magma bollente a quel mix di terra e acqua che è oggi. Poi sicuramente tentare di colonizzare il pianeta sfruttando i materiali a disposizione per creare un ambiente in cui l'uomo possa restare per un prolungato periodo. La temperatura è di meno 40°, ma consente la vita umana prendendo le dovute precauzioni. Il giorno è lungo circa quanto il nostro e consente quindi la coltivazione e poi la gravità è solo un terzo di quella terrestre. Su Marte, inoltre, potrebbe esserci un sacco d'acqua (sotto forma di ghiaccio) e pure un po' di CO2 ma NON c'è aria respirabile, NON c'è pressione atmosferica, il suolo marziano è tossico e le radiazioni sono mortali quindi serviranno strutture pressurizzate, indossare tute spaziali ogni volta che mettiamo un piede fuori casa e continuare a rifornirci di scorte di acqua e cibo dalla Terra ciò almeno fino a quando non avverrà la trasformazione di Marte in un pianeta abitabile normalmente dall'uomo ed avere una seconda opportunità  nel caso in cui la Terra sia resa invivibile a causa di una catastrofe immane insomma un pianeta dove emigrare. Tutto è fattibile, la razza umana in fondo l'ha già dimostrato con le sue scoperte e con le sue conquiste, certo che se il pensiero ritorna alla premessa di questa pagina, dove ricordo  che l'ultima uscita di un astronauta oltre la nostra orbita terrestre risale al dicembre 1972, bè la conquista di Marte sembrerebbe solo fantascienza. 

- come può l'uomo raggiungere Marte? innanzitutto le previsione più ottimistiche su quando un terrestre riuscirà a mettere piede su Marte è ipotizzato tra il 2024 ed il 2033. Partiamo dal progetto SpaceX di Elon Musk i suoi razzi di recente progettazione e sperimentazione (Falcon9)  nel 2024 cambieranno la storia dell'umanità, così trapela tra alcuni fonti autorevoli. Saranno vettori che dovranno resistere ad un viaggio che può durare più di otto mesi tenendo conto di sfruttare la finestra ottimale dell'avvicinamento dei due pianeti, Terra e Marte alla minima distanza  tra loro durante le loro orbite intorno al sole, in altre circostanze, non basterebbero 365 giorni di viaggio di sola andata.

"Essa, infatti, si troverà alla minor distanza dalla Terra, a circa 57.590.630 chilometri. ... La distanza media fra la Terra e Marte è di circa 225 milioni di chilometri, spaziando da un massimo di 402,3 milioni di chilometri a 54,6 milioni di chilometri l'uno dall'altro" 


Poi c'e' la NASA con il progetto Orion, una capsula che sarà montata in cima al vettore Space Launch System

già più volte testata in volo intorno all'orbita terrestre per prolungati periodi e con il successo del suo ritorno, progettata per ospitare un equipaggio di almeno 5/6 astronauti e sembrerebbe anche funzionale sotto l'aspetto delle protezioni dalle radiazioni solari e cosmiche, punto cruciale insieme alla distanza da percorrere per far si che un equipaggio possa raggiungere sano e salvo il suolo marziano senza tener conto delle altre innumerevoli problematiche che può dare un prolungato viaggio spaziale. Il succo del programma sembrerebbe quello di inviare su Marte e con grande anticipo tutto l'occorrente che servirà agli astronauti nel momento del loro arrivo, compreso il razzo per il ritorno. 

Serve una preparazione minuziosa, quella che stà prendendo piede alla NASA sembrerebbe quella di iniziare con la fase sperimentale, inviare nel 2027 astronauti per un intero anno nell'orbita lunare, propedeutico anche per la realizzazione di una "porta verso lo spazio profondo" che faciliterà l'ambizioso progetto della missione sul Pianeta Rosso. L'anno passato attorno alla Luna servirà dunque come test e, contemporaneamente, per realizzare infrastrutture che permetteranno alla navicella spaziale di iniziare il lungo viaggio verso Marte. Sembrerebbero previsti 4 viaggi nello spazio cislunare per l'invio di alcuni moduli (un propulsore, un "habitat" per l'equipaggio, un modulo logistico e una camera di decompressione, più un braccio meccanico per lo svolgimento di determinate operazioni). Poi, nel 2027 avrà inizio la seconda fase con il lancio (senza equipaggio) del mezzo Deep Space Transport nello spazio cislunare ed un secondo lancio per l'invio dell'equipaggio nella stazione lunare. A questi faranno seguito ulteriori missioni per spedire i mezzi di sostentamento necessari per i 3 anni di viaggio. Quindi la Luna come test iniziale per poi affrontare la vera missione, raggiungere Marte.

Altri progetti, concettualmente realizzabili, sarebbero quelli di saltare la fase propedeutica sopra citata, e quindi escludere la sperimentazione lunare, per lanciarsi direttamente verso il pianeta rosso, iniziare come già accennato con l'invio di strutture e razzi e predisporre marte di tutto ciò che poi servirebbe all'arrivo degli astronauti, in fondo la sperimentazione dell'uomo intorno all'orbita terrestre c'e' già grazie alla stazione internazionale ISS quindi perchè ripeterla intorno all'orbita lunare? 

Poi spulciando le varie pagine web, troviamo molti altri progetti, di tutti i generi ma con il rischio di avventurarci in pura fantascienza holliwudiana.

Il cammino è ancora lungo, ciò e' dimostrato anche dalle missioni robotiche, non tutte andate a buon fine, recentemente ha fallito l'ESA nell'ottobre 2016 con la sonda "Schiapparelli" ( schiantatasi sul suolo marziano sebbene il satellite che la trasportava, il Tgo (Trace Gas Orbiter) che si è invece inserito correttamente nell'orbita marziana e sta viaggiando attorno al pianeta.) ma altre, quelle della NASA, concluse con successo e con una durata ben più lunga di quella prevista, per ultimo il successo della sonda "Insight" tutt'ora operativa sul pianeta rosso.  

Ma cosa ci manca per andare su Marte?

Sicuramente una forte volontà politica da parte di  quelle Nazione che vorranno ambire a tale impresa e di conseguenza l'approvazione di un budget per finanziare la missione. L'attuale tecnologia e' più che sufficiente per permettere uno sbarco sul suolo marziano, la differenza con le altre missioni come abbiamo già detto in premessa, stà nella distanza con Marte che però grazie a madre natura si potrebbe dimezzare, starà all'uomo sfruttare quella finestra ottimale dell'avvicinamento dei due pianeti, Terra e Marte alla minima distanza. Inizialmente la missione non sarebbe così diversa dalle altre per quanto riguarda il lancio dalla terra, il viaggio, l'inserimento nell'orbita di marte e l'atterraggio, in sintesi  se si vuole raggiungere marte,  è necessario lanciare con l'angolatura e la velocità corretta, la navicella durante il suo movimento effettuerà le variazioni di velocità e angolazione previste e arriverà precisamente dove calcolato e non sarebbe così diverso rispetto alle sonde che sono atterrate su marte infatti , se una sonda in orbita attorno alla Terra deve arrivare su Marte, basta aspettare il momento adatto, accendere i motori per pochi minuti, aspettare qualche mese e la sonda arriverà a destinazione senza dover manovrare durante il viaggio, di rado può accadere una manovra correttiva nello spazio profondo. Anche la sopravvivenza sul pianeta rosso è fattibile, tenendo conto che in una prima missione la permanenza degli astronauti sul pianeta sarà di pochi giorni. Poi ci sarà il viaggio di ritorno ma l'esperienza lunare ci da le giuste garanzie, rispetto all'allunaggio degli anni 70 ci sarà da considerare che all'arrivo e alla partenza dal pianeta rosso dovremmo fare i conti con quell'atmosfera, molto più rarefatta rispetto a quella terrestre cosa che per la luna non ci fu, essendo il nostro satellite privo di atmosfera. Le giuste sperimentazioni fatte sfruttando la nostra atmosfera confrontando i dati raccolti dall'atterraggio delle sonde su marte, dovrebbero fornirci i giusti dati per affrontare una discesa sicura sul pianeta rosso.  

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia